Reti documentali complesse: trasformazione o dissolvimento dell’archivio?
RETI DOCUMENTALI COMPLESSE: TRASFORMAZIONE O DISSOLVIMENTO DELL’ARCHIVIO?
Le ragioni crescenti delle reti istituzionali di collaborazione: Recap fase 2
Archivio Centrale dello Stato
Piazzale degli Archivi, 27, Roma
15 dicembre 2017
9:30 – 13:30
14:30 – 16:30
Una rete complessa è una rete che presenta una struttura topologica non semplice (ad esempio, le proprietà differiscono da quelle di una rete regolare e casuale). In passato le reti esistenti potevano essere rappresentate e modellate mediante sistemi di connessione analizzabili attraverso una lettura visiva. Gli sviluppi tecnologici e la capacità di collezionare enormi quantità di dati ha portato allo sviluppo di reti molto grandi e complesse, la cui modellazione non è gestibile in modo intuitivo, ma richiede strumenti matematici nuovi, basati sulla teoria dei grafi, al fine di estrarre informazioni sintetiche e utilizzabili nei contesti di ricerca, ma anche in ambienti di lavoro.
Le reti reali (incluse le reti informative che si sviluppano nel contesto del lavoro amministrativo e nell’ambito della produzione documentaria) non hanno né dimensioni regolari né natura casuale: sono reti complesse che richiedono strumenti sempre più complessi per assicurarne la comprensione e una gestione efficiente ed efficace.
Il termine “reti documentarie complesse” è stato utilizzato in diversi contesti, in particolare nel contesto delle cosiddette “organizational network analysis”, per rappresentare la ricchezza dei contenuti informativi formali e informali che si producono nei processi di formazione e conservazione degli archivi digitali e sembra destinato a diffondersi sia negli ambienti in cui si progetta la trasformazione digitale delle organizzazioni (in ambito sia pubblico che privato) sia nei sistemi di digital library che caratterizzeranno la fruizione dei patrimoni culturali digitali nel prossimo futuro. Tuttavia, l’espressione ha confini incerti e si presta a usi di ambiguo significato e di non chiara rilevanza. Si intreccia con una molteplicità di termini altrettanto evocativi, ma non sempre riconducibili a un impiego concreto e coerente con la natura della produzione archivistica, intesa come formazione, conservazione e fruizione di fonti destinate a garantire nel lungo periodo la memoria storica di una comunità e dei suoi soggetti produttori.
È quindi indispensabile che i professionisti che operano nella progettazione, gestione e conservazione dei sistemi archivistici digitali comprendano il significato, le implicazioni, il valore e le potenzialità di tali reti, degli strumenti tecnologici e dei linguaggi di riferimento, nonché i rischi che derivano da un loro sviluppo generalizzato e non opportunamente contestualizzato.
Si fa qui riferimento, in particolare, al rapporto tra i nodi organizzativi di un ente produttore, ai suoi flussi di lavoro e informativi, alla granularità e frammentarietà delle risorse digitali prodotte, alla impegnativa e tutt’altro che soddisfacente capacità di governo dei processi a monte e a valle della produzione dei dati e dei documenti, alla sedimentazione documentaria che ne deriva e alla formazione e fruizione delle aggregazioni archivistiche destinate a consentire la continuità qualificata della memoria digitale.
Gli aspetti critici che meritano considerazione in questa fase di trasformazione riguardano (in relazione ai processi di formazione e di conservazione dei documenti e degli archivi):
- la qualità e i costi delle reti e dei modelli di governo delle informazioni utilizzate (ambienti di cloud pubblico e privato)
- i nuovi sistemi di garanzia e certificazione e il ruolo delle parti terze che il mercato propone (depositi digitali, sistemi di blockchain)
- le modalità innovative di fruizione nel web di patrimoni documentari di crescente complessità e ricchezza, ma anche di progressiva dispersione anche nella perdita di controllo interno alle organizzazioni (big data, classificazione e indicizzazione),
- le conseguenze sulla fruizione dei patrimoni documentari di algoritmi di ricerca governati da parti terze inconsapevoli e indifferenti della specificità funzionale e della fragilità dell’archivio digitale (salvaguardata dalle sue qualità originarie).
Nella fase conclusiva del progetto Recap, il gruppo di coordinamento che fa capo a Digilab-Sapienza e all’Anai propongono un seminario che affronti (in forme introduttive) alcuni temi destinati ad assumere un peso crescente nei prossimi anni anche nella gestione e conservazione di patrimoni documentari digitali.
La seconda parte dell’incontro sarà invece dedicata a discutere del futuro del progetto Recap.
I sessione. Le reti documentarie complesse: potenzialità e rischi per i patrimoni documentari (h 9.30-13.30)
9:30 – 10:15. Gianfranco Crupi (Sapienza Università di Roma, Responsabile Scientifico progetto ReCAP), Introduzione ai lavori.
Maria Sabrina Sarto (Sapienza Università di Roma, pro rettore alle Infrastrutture e strumenti per la ricerca di eccellenza), Saluti istituzionali.
Fabio Grasso (Sapienza Università di Roma, Direttore DigiLab), Saluti istituzionali.
Mariella Guercio (ReCAP e presidente ANAI), Introduzione e coordinamento della sessione.
10:15 – 10:45. Brizio Tommasi (Consob), Le reti documentali complesse emergenti nell’ambito dei Progetti di archivio digitale
10:45 – 11:15. Stefano Allegrezza (Università degli studi di Udine), Digital Data Explosion e conservazione sostenibile
11:15 – 12:15. Giovanni Michetti (Sapienza Università di Roma), L’impatto del Cloud Computing sugli archivi: le ricerche del progetto InterPARES Trust
12.15 – 12.45. Antonio Massari (Dedagroup), Le nuove frontiere: potenzialità e rischi dei sistemi di blockchain per gestire servizi fiduciari nei sistemi documentari
12:45 – 13:30. Umberto Ferri e Matteo Savoldi (Medas), Reti documentarie complesse in ambito sanitario
II sessione. Il futuro di Recap (h 14.30-16.30)
Presiedono e introducono Gianfranco Crupi (responsabile scientifico ReCAP, DigiLab Sapienza) e Mariella Guercio (ReCAP e presidente ANAI).